Trad. ital. di Stefania Ruggieri e Mirta Basilisco
Il romanzo dello scrittore francese Michel Cosem “Avventure di pirati e cavalieri“, tradotto in italiano per “Chiaredizioni” da Stefania Ruggieri e Mirta Basilisco, si inserisce nel solco del genere avventuroso, su cui già l’Autore si è cimentato in altre sue opere; ricordiamo in particolare “Le nevi ribelli dell’Artigou” del 2020 e “L’isola del pellicano” del 2023.
È la storia di due ragazzi che vivono in pieno Medioevo, nell’anno 1000, in un piccolo e raccolto feudo della Francia collinare. È un microcosmo, fatto di piccole cose: giochi goliardici fra ragazzi, vita di una comunità che si sostiene con il proprio lavoro; un piccolo popolo caratterizzato da una significativa alleanza tra il mondo dei contadini e quello dei signori, una visione tranquilla, idealizzata; un castello quasi romantico. Uno dei due, Ruggiero, nutre un innocente e dolce sentimento nei confronti di una fanciulla di nome Eleonora. Proprio all’inizio del racconto, insieme al cugino Arnaldo, decide di allontanarsi qualche giorno per fare quella che oggi chiameremmo una gita al mare. E qui parte tutto un percorso avvincente, avventuroso, che mette in evidenza paure, rischi, sorprese, incidenti e nel frattempo anche creatività, ingegno, intelligenza, coraggio.
È un libro adatto per tutte le età, ma certamente si rivolge ai giovani e giovanissimi, a partire dalla seconda infanzia fino all’adolescenza, perché di fatto può essere considerato un romanzo di formazione. Tuttavia è un libro per tutti, in quanto ognuno di noi nella vita deve affrontare le sue battaglie, deve superare ostacoli, rompere muri di incomprensione, creare alleanze, condivisione, collaborazione. Ma il testo è anche un inno alla bellezza della natura, in ogni suo capitolo, a volte con maggiore intensità altre volte meno, vengono sempre descritti i paesaggi, i prati, gli animali, il verde in generale.
Colpisce che, per ben due volte, Eleonora si trovi ad abbracciare un albero, come ad abbracciare la vita, come ad abbracciare la speranza; nella natura c’è il respiro della vita e dunque è possibile stabilire una relazione con essa, una comunicazione, quasi un’amicizia, un amico che ti può consolare. Così Eleonora verso la fine del romanzo, nel racconto chiamato Il mandorlo, “si avvicinò al tronco che prese tra le braccia e strinse con tutte le sue forze”.
Non può non colpire in questo momento storico un altro passo che si trova sempre alla fine del libro, in quel tratto chiamato La caccia alla gazzella. È un momento in cui in riva al mare tanti stanno facendo festa dopo una battuta di caccia: “erano tutti lì, figli di principi, avventurieri, arabi, spagnoli, baschi, aragonesi, catalani e Franchi, quelli la cui storia era finita e quelli la cui storia doveva ancora essere scritta”. Questa piccola grande opera letteraria invoca, come se non bastasse, che la strategia vincente per superare le avversità, per sopravvivere ed affrontare ogni giorno la vita quotidiana; ebbene la strategia non è posizionarsi l’uno contro l’altro, ma mettersi ognuno accanto all’altro, anche quando storicamente e geograficamente distanti, anche se finora le relazioni sono state condizionate da odi e rancori antichi.
Ci piace pensare che Michel Cosem ci abbia voluto lasciare un ultimo, disperato messaggio di pace.
Chieti, 12 luglio 2025
Angelo De Sanctis